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Gli infortuni sul lavoro sono troppi

Infortuni sul lavoro

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L’Inail ha pubblicato gli open data con le statistiche analitiche delle denunce di infortunio relative al 2021.

I numeri vanno sicuramente ancora letti con cautela, sia perché fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus, sia perché non ancora definitivi. Per avere dati annuali più consolidati bisognerà aspettare giugno, periodo previsto per le consueta presentazione annuale dell’Inail corredata anche dagli esiti delle pratiche (riconosciuti, negativi e in istruttoria).

In un primo raffronto con il 2020 il bilancio è leggermente negativo e vede un incremento sia degli incidenti sia delle malattie professionali.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e dicembre sono state 555.236, con un +0,2% rispetto allo stesso periodo del 2020. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.288 (+22,8%). Diminuiscono invece gli infortuni con esito mortale: 1.221 (-3,9%).

Ci sono quindi gli elementi per immaginare che le percentuali siano destinate a diminuire, anche in virtù del fatto che il trend del 2020 e più in generale dell’ultimo quinquennio preso in riferimento 2016-2020 mostrano un andamento decrescente di infortuni (-12,8%) e malattie professionali (-39,5%).

Ma i numeri rimangono ancora troppo alti. Soprattutto per quanto riguarda la mortalità: +13,7% nell’andamento dell’ultimo quinquennio. Nel 2021 più di 3 persone sono morte in media ogni giorno sul luogo di lavoro.

Bisogna fare di più per la sicurezza sul lavoro

Questo numero deve far riflettere su come non si faccia ancora abbastanza per prevenire i rischi ed è proprio guardando a questa esigenza che la Legge ha cercato di dare delle risposte nel 2021, prima con il Decreto 146/21, poi con la Legge di conversione 215/21 a dicembre.  

A dicembre 2021 Il presidente Inail Franco Bettoni dichiarava a Uno Mattina su Rai1: “Noi tutti, lavoratori, istituzioni, forze sociali dobbiamo prendere più seriamente in considerazione la questione e lavorare al fatto che la Cultura della Sicurezza debba venire prima e debba comprendere l’intera filiera del lavoro”.

Le norme ci sono e vanno rispettate, ma soprattutto va incrementata la sensibilizzazione a tutti gli attori del mondo del lavoro. Una cultura della prevenzione è possibile ed è un’opera parimenti o forse addirittura più importante rispetto al potere dell’attività ispettiva, perché può garantire un risultato più duraturo nel tempo.

La formazione e l’informazione sono ancora e sempre i temi centrali per contrastare gli infortuni sul lavoro perché è solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza che si può realizzare un vero cambiamento nella mentalità e nel comportamento delle persone, dimostrando che la salute e la sicurezza di ogni individuo non è solo fine a sé stessa come benessere di un singolo, bensì per la famiglia di cui fa parte, per la collettività in cui vive e di riflesso per la società in cui opera. La sicurezza sul lavoro non è un costo o uno sacrificio, bensì una risorsa e un elemento di crescita.

Bibliografia:

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/comunicati-stampa/com-stampa-open-data-2021.html

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/infografiche/infografiche-infortuni-mp-2020.html

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/multimedia/video-gallery/videogallery-franco-bettoni-a-uno-mattina.html

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