A dicembre ricorrerà il decennale dell’Accordo Stato Regione 2011 che per la prima volta, disciplinò i contenuti minimi, le modalità della formazione e di aggiornamento periodico dei lavoratori, dei preposti, dei dirigenti e dei datori di lavoro. Questa nuova regolamentazione diede un rinnovato impulso allo sviluppo della cultura della sicurezza, coinvolgendo 22 milioni di lavoratori e oltre 5 milioni di imprese.
Redatto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, recepiva le disposizioni del Testo Unico sulla Sicurezza, D.Lgs. 81/2008. A partire da questo Accordo, e con successive integrazioni del 2012 e 2016, furono stabiliti nel dettaglio:
- i percorsi formativi nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro
- la durata, i contenuti e le modalità della formazione
- i requisiti per i docenti
- l’utilizzo delle modalità di apprendimento e-learning
Quale futuro per la formazione HSE
A distanza di un decennio, Tharsos vuole provare a immaginare il futuro della formazione in tema di sicurezza e ambiente. Uno degli argomenti più ricorrenti è sicuramente l’aggiornamento, il modulo che coinvolge la maggior percentuale dei lavoratori, considerando che la formazione generale dovrebbe aver coperto ormai praticamente tutta la popolazione già inserita nel mondo del lavoro.
A rispondere a qualche domanda è il nostro esperto Cesare Ferrero, responsabile dell’ufficio formativo in Tharsos.
Qual è la struttura più funzionale per pensare a un aggiornamento? Ha senso un corso di 6 ore con cadenza quinquennale oppure sarebbe più efficace un aggiornamento strutturato in moduli di durata più breve e ravvicinati nel tempo?
“Dal punto di vista dell’efficacia sarebbe meglio suddividere la formazione in sessioni formative di breve durata ma più ravvicinati nel tempo, con l’obiettivo di legare maggiormente i concetti teorici al lavoro e di andare a stimolare quei comportamenti che potrebbero essere disattesi per superficialità e abitudine. Certamente dal punto di vista pratico ci si scontra con le esigenze di produzione, perché l’impatto organizzativo avrebbe criticità maggiori, ma dal punto di vista didattico sarebbe sicuramente più efficace, perché si creerebbero i presupposti per una vera sensibilizzazione sul tema”.
Come si inseriscono le strategie di gamification, microlesson, i momenti esperienziali. Andrebbero normati in una nuova edizione dell’accordo?
“Le strategie e gli strumenti comunicativi non sono normati e questo non aiuta a sviluppare nuovi approcci. Tuttavia ci sono delle aperture, soprattutto nelle organizzazioni strutturate d medie e grandi dimensioni che sempre più spesso chiedono corsi interattivi, stimolanti, coinvolgenti, indipendentemente dalla modalità di erogazione (aula, webinar, e-learning) e soprattutto per quanto riguarda l’affiancamento in reparto per l’addestramento. Se la normativa non andrà al passo con le richieste del mercato rischiamo di perdere una grossa opportunità di evolvere o di assistere passivamente a un processo che si realizzerà comunque”.
Formazione e sistemi di gestione
Come si può migliorare il livello di consapevolezza e crescita culturale attraverso la formazione? Che aiuto ci danno in questo senso i sistemi di gestione?
“Premesso l’obbligo normativo stabilito dal Decreto Legislativo 81/08 che proprio sulla informazione, formazione e addestramento ha posto uno dei capisaldi della prevenzione di incidenti ed infortuni nei luoghi di lavoro, laddove un’azienda decida di dotarsi di un sistema di gestione sulla sicurezza si assicura una procedura normata per quanto riguarda la registrazione di intenti, processi decisionali, azioni e misurazione dei risultati ottenuti, con il coinvolgimento di una serie di ruoli e funzioni che possono contribuire efficacemente e concretamente nel corretta applicazione del processo formativo. Questo tipo di strutturazione riduce la possibilità di errore e incrementa la base su cui fondare la crescita della consapevolezza e cultura della sicurezza.
Occorre poi sottolineare che la puntuale registrazione delle attività formative all’interno di un percorso sistemico standardizzato, può contribuire a dimostrare, soprattutto in caso di infortunio/incidente, il rispetto del requisito normativo, le buone prassi e le procedure di coinvolgimento e sensibilizzazione dei lavoratori.”
Il dibattito è aperto. Questi sono solo i primi spunti che vogliamo darvi per innescare una riflessione. In dieci anni il concetto di partecipazione, coinvolgimento e interattività si è sviluppato e anche Tharsos ha portato avanti un lavoro costante di ricerca di strumenti, metodologie e linguaggi. Accanto all’approccio più tradizionale dei corsi in aula e dei corsi interaziendali, quello che proponiamo come nuove formule investe l’area dei seminari tematici, pièce teatrali e gamification, campagne di comunicazione, perché crediamo nell’importanza dell’innovazione e nella potenzialità delle nuove metodologie formative, auspicate proprio dal D.Lgs. 81/2008 e dall’Accordo Stato Regioni.