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La valutazione del rischio sismico: a che punto siamo?

valutazione rischio sismico

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Il territorio nazionale è interamente sismico e tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti. La fotografia è del Dipartimento nazionale della Protezione civile che sottolinea anche come alcune zone del nostro Paese siano più a rischio di altre quanto a concentrazione e quindi con una probabilità che le scosse siano più forti: sono il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, la Liguria Occidentale, l’Appennino Settentrionale e lungo tutto l’Appennino Centrale e Meridionale, in Calabria e in Sicilia Orientale.

La scorsa settimana abbiamo tenuto un webinar sul rischio sismico in azienda ed è stata un’occasione per ripensare al lavoro svolto in questi anni, anche in relazione alle nuove disposizioni normative rilasciate dal 2018 ad oggi.

 “Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro o qualunque altra opera e struttura presente è […] devono essere stabili e possedere una solidità che corrisponda al loro tipo d’impiego ed alle caratteristiche ambientali”.

È quanto esprime il Testo Unico per la Sicurezza nell’allegato dedicato ai requisiti dei luoghi di lavoro.

Quindi non è scontato che l’edificio che mi ospita sia immune dal rischio sismico?

La risposta è no. Il Datore di Lavoro non può dare per scontato che l’immobile sia conforme ed è sua responsabilità che esso sia organizzato appropriatamente, che sia stabile e solidale e che sia correttamente mantenuto. Un esempio per tutti è dato dalla sentenza del tribunale di Ferrara che condannò il legale rappresentante e il responsabile della sicurezza per la morte di un operaio avvenuta durante il terremoto del 2012 per non aver garantito la sicurezza del capannone in cui lavorava. Assolti invece i progettisti e il collaudatore dell’edificio. Se quindi l’abitabilità dal punto di vista sismico non è scontata, quello su cui è necessario focalizzare l’attenzione è la durabilità dei materiali da costruzione, lo stato di mantenimento dell’immobile e la sua destinazione d’uso.

Rispondiamo a qualche domanda:

  • Siamo sicuri che un edificio duri per sempre?
  • Abbiamo un fascicolo che descriva la manutenzione necessaria alle opere strutturali?
  • Per cosa fu progettato ed eseguito l’edificio che ci ospita?
  • Abbiamo un processo interno che ci permette di vagliare modifiche ai carichi appoggiati o sospesi alle nostre strutture?

In caso di terremoto: dal DVR al Piano di gestione dell’emergenza

Le risposte a tutte queste domande si devono riversare nel DVR aziendale. La proposta di Tharsos e il suo metodo di lavoro prevedono di partire da una verifica documentale (che si estende in modo progressivo a verifiche ed ispezioni in campo) su:

  • Definizione dello stato di conservazione dell’edificio e della vita residua
  • Individuazione degli eventuali interventi di miglioramento
  • Procedure di manutenzione periodica e della gestione delle modifiche ai carichi applicati
  • Necessaria verifica in campo e controllo periodico sullo stato complessivo

Con il DVR andremo poi ad aggiornare il Piano di gestione dell’emergenza, perché –ricordiamoci sempre– nel DVR ci occupiamo di rischi alle persone! Questo significa realizzare la scomposizione dei danni occorrenti sulle persone e sul business e questo processo deve andare oltre la semplice analisi degli elementi strutturali. È proprio di Tharsos lo sviluppo di un metodo di valutazione integrata che parte dalle normative applicabili in Italia tutte concentrate sul concetto di solidità dell’involucro edilizio per arrivare ad un’analisi più ampia. Si tratta di esaminare gli effetti non solo sull’edificio, ma anche sugli impianti, sui macchinari, sulle scaffalature, sulle attrezzature e così via.

Approfondisci il metodo VIRS di Tharsos: guarda il nostro video.

È possibile realizzare degli interventi di mitigazione del rischio sismico? La risposta è sì. Si possono realizzare interventi di riduzione, attraverso il miglioramento della capacità sismica e adeguamenti strutturali e operativi.

A che punto siamo?

Dal 2018 la normativa ha vissuto un periodo di relativo fermento. Le Norme tecniche per le costruzioni hanno subito numerose modifiche rispetto alle precedenti del 2008 tese a permettere alle strutture una migliore risposta alle azioni sismiche. Nel 2020 sono state pubblicate le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati. Per incentivare politiche di attenzione e miglioramento da parte dei titolari di impresa, sebbene gli interventi antisismici aziendali non siano stati inseriti nel Superbonus del 110%, essi possono tuttavia beneficiare del sisma bonus, nella misura prevista dal Decreto legge n. 50 del 2017 che prevede una detrazione del 75% o 85%.

I consulenti di Tharsos sono a disposizione per ogni approfondimento! Scrivi a [email protected]

Fonti: Dipartimento nazionale della Protezione civile: www.protezionecivile.gov.it/it/ – D.Lgs. 81/2008

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