Organizzazioni che guardano avanti: i nuovi linguaggi al servizio dello sviluppo HSE

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Mettere l’uomo al centro dell’azione all’interno della propria Organizzazione significa investire in un futuro di crescita e benessere. La collettività reclama attenzione per sé e –se ascoltata– sarà in grado di restituire valore in termini di profitto, sostenibilità e crescita: energia rinnovabile in cui la fonte alimenta sé stessa.

Con questa premessa, l’HSE è la sigla strategica che può guidarci lungo un percorso che poi, a pensarci bene, non rappresenta altro se non la nostra vita: salute, per noi stessi e per la famiglia, gli amici, i colleghi; sicurezza, in senso fisico e in senso mentale di stabilità e tranquillità; ambiente, il mondo che ci circonda e lo spazio in cui abitiamo e operiamo.

Pensare che limitarsi a rispettare la compliance normativa ci renda sufficientemente abili, significa lasciare la propria Organizzazione un passo indietro.

Investire nelle persone e metterle al centro è come cominciare a muovere i primi passi su una pista di atletica leggera: all’inizio il terreno sembrerà insolito, ma poi cominceremo a prendere confidenza con gli ostacoli e con gli strumenti delle varie discipline, capiremo che chi corre accanto a noi ci stimola a superare i nostri limiti e diventerà il nostro compagno di staffetta, fino al raggiungimento del traguardo, che ci invoglierà a correre ancora, a darci un nuovo obiettivo, a migliorarci sempre di più e tagliare nuovi traguardi.

Siamo tutti degli atleti che si esercitano per affinare abilità, migliorare capacità, vincere la propria sfida. Ma se la medaglia è individuale, la coppa si alza solo con il lavoro di squadra.

E se le nostre discipline sono salute, sicurezza, sostenibilità, qualità e così via, i muscoli si sviluppano nell’area tecnica, formativa, partecipativa, informativa. Il collante che unifica, fortifica e fornisce identità è la comunicazione. 

Caliamoci nel pratico e partiamo da cosa significa comunicare: mettere in comune. Il valore fondamentale che sembra aver accompagnato la voce communis già dalla sua formazione e poi costantemente lungo tutta la sua corsa attraverso la storia pare quello di RECIPROCITÀ, diffusione incrociata, di partecipazione in accoglienza e di RITORNO1. La comunicazione esige il feedback, implica l’ascolto delle reazioni del ricevente per creare una relazione. Che sia intenzionale o meno, che sia palese o implicito, il messaggio comunicativo (molto diverso da quello informativo) ha insito per sua natura la volontà di influenzare il modo di fare o di pensare, rinforzando o modificando l’atteggiamento.

Ecco che la comunicazione diventa lo strumento per riunire le nostre competenze, al servizio del contenuto tecnico, a consolidamento dell’attività formativa e sviluppo dell’azione sul comportamento.

Il coinvolgimento e la consapevolezza dei lavoratori, così come introdotti dalla ISO 45001, per esempio, richiede la necessità di esplicitare i valori aziendali, i processi, le risorse e i progetti ma anche le aspettative.

Come realizzare una comunicazione efficace per avere questo tipo di ritorno?

Gli addetti ai lavori in ambito HSE si confrontano ogni giorno con processi, statistiche, KPI e non hanno il tempo per astrazioni sulla bellezza di un mondo senza infortuni. Hanno bisogno di mettere concretamente in campo delle procedure, decidere azioni su incidenti, quasi incidenti, non conformità e azioni correttive.

Come si struttura un progetto di comunicazione a servizio della Root cause analysis e nell’identificazione e messa in campo delle soluzioni adeguate a risolverli?

La formazione obbligatoria non può e non deve limitarsi a ottemperare un vincolo normativo e il discente deve uscire dalla lezione con un valore aggiunto in tasca, con la voglia di guardare oltre.

Quali sono i linguaggi che possono rendere questo possibile e come fa la comunicazione a rafforzare il processo di apprendimento?

I progetti di comunicazione servono per raggruppare le idee, creare identità (riconoscibilità e immediatezza) e –tornando al significato originario del termine– generare un rapporto con il destinatario (il nostro target), innescando, in questo modo, una possibilità di CAMBIAMENTO, una nuova prospettiva, un’apertura che può generare un MIGLIORAMENTO.

Il nostro parallelismo con l’atletica leggera continua, perché non c’è niente come lo sport per insegnarci il valore del “mettere in comune”, gli ideali, a osservare le regole, essere leali e dare il meglio di sé nell’ottica di un miglioramento continuo.

La squadra di Tharsos lavora ogni giorno per sviluppare i nuovi linguaggi della comunicazione che, proprio per quanto detto fino ad ora, non possono essere localizzati in un ricettario standard, ma attingono alle nostre energie, i nostri muscoli, ovvero le nostre competenze tecniche, informatiche, formative, di coaching, di grafica visiva, multimedia, storytelling e chi più ne ha più e metta –perché la creatività non ha limiti– per dare vita a progetti a regola d’arte che permettano alle Organizzazioni di raggiungere i traguardi di crescita e benessere.

Le nostre competenze tecniche sono il punto di partenza per creare un contenuto forte, efficace, coerente.

I sistemi informatici sono gli strumenti che ci permettono di semplificare i processi e il lavoro di gestione.

Apprendi21 è il percorso studiato da Tharsos che abbraccia qualsiasi evento, comunicativo o di apprendimento, partendo dall’analisi del fabbisogno, per sviluppare la consapevolezza in tema di sicurezza e ambiente.

Per dare forma a un’idea la combinazione di scrittura, grafica, video, animazione, fotografia e il compendio delle arti visive e multimediali si accompagna al lavoro sui supporti e sulle attività perché porti al raggiungimento di un obiettivo SMART: specifico, misurabile, riconosciuto, realistico e scadenzabile.

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1. lacomunicazione.it/voce/comunicazione-etimologia/

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