I mancati infortuni o quasi infortuni possono evidenziare anomalie nella gestione della sicurezza negli ambienti di lavoro. Rappresentano una preziosa fonte di informazioni che, se ben gestita, può contribuire in modo incisivo a prevenire eventi di maggiore gravità. Questo è ormai un fatto assodato. Rimane difficile spesso però riuscire a registrare, organizzare e utilizzare i dati, specialmente nelle imprese di piccole o medie dimensioni.
Da questa premessa è nata la recente pubblicazione dell’Inail, in collaborazione con Confimi (la Confederazione dell’Industria Manifatturiera) e frutto di un lavoro di 3 anni per la realizzazione di attività progettuali finalizzate alla diffusione della cultura della sicurezza.
Il progetto è nato per favorire e supportare l’attività di segnalazione e analisi dei near miss in azienda, in modo da rendere sostenibile l’applicazione di un modello anche per le imprese di piccole dimensioni. Come farlo? Proponendo loro uno schema pronto, standardizzato, comprensivo di metodologie e strumenti operativi.
“Il supporto alle aziende per la segnalazione e analisi dei near miss: proposta di un modello tecnico-organizzativo”.
È questo il titolo del documento tecnico con il quale Inail e Confimi descrivono le attività realizzate nel percorso sperimentale che ha coinvolto circa 110 aziende, selezionate all’interno del settore manifatturiero, in relazione alla complessità organizzativa e alla frequenza e gravità degli infortuni: costruzioni, metallurgia, chimico e gomma plastica, ceramiche sanitarie e alimentare.
“Lo studio, in linea con gli obiettivi del protocollo d’intesa, è stato realizzato per far emergere fattori favorenti ed ostacolanti rispetto all’adozione di sistemi di gestione dei near miss ed avere informazioni utili ad indirizzare ulteriori e sempre più mirate attività di supporto alle aziende nel processo di segnalazione, analisi e gestione dei near miss”.
Il futuro nella rete: tra tecnica e cultura
Per Tharsos il futuro non può che andare verso un’unica direzione, quella dell’integrazione tra i vari argomenti che compongono il mondo della sicurezza sul lavoro, non una rete che imbriglia, ma che tesse le sue trame per includere sviluppo, confronto e collaborazione tra aziende, territorio e istituzioni, ma anche tra conoscenze: tecniche, organizzative e cognitive.
Lo stesso studio di Inail e Confimi lo dimostra. Da un lato dall’analisi del contesto dei near miss studiati sul settore di riferimento risulta che l’86,3% delle deviazioni sono ancora strettamente correlate con il comportamento umano. Dall’altro lato, le motivazioni indicate dalle aziende riguardo la non implementazione di un sistema di gestione dei near miss sono afferenti a mancanza di competenze tecniche, di risorse economiche o a una concezione non prioritaria verso questi argomenti.
Ecco che allora risuona quasi come un imperativo investire in progetti non convenzionali dove la formazione si trasforma sempre più in educazione e dove c’è bisogno di uno sguardo sempre più ampio all’interno del quale il lavoro tecnico si avvale del supporto di piani di comunicazione e di una dimensione psicologica per agire su comportamento e consapevolezza.