La parola sostenibilità è sempre più sulla bocca di tutti: ma occorre declinare questo tema nella maniera migliore per non perdersi attorno a troppe parole. Spesso sentiamo dire che la sostenibilità dovrebbe andare maggiormente a braccetto con le tematiche dell’HSE: è vero? Per Tharsos, assolutamente sì.
L’evoluzione della normativa di settore, oltre che del contesto globale in cui ci troviamo, sta velocemente mutando l’orientamento in merito all’applicazione dei temi di salute, sicurezza ed elementi di ESG in generale (Environmental, Social, and corporate Governance).
È necessario pertanto superare l’idea, fino ad oggi diffusa, di avere diversi elementi tra loro scollegati e valutati e gestiti a livelli diversi.
Facciamo un esempio. Partiamo dall’ABC della sicurezza, il decreto Legislativo 81/2008. All’articolo 28 possiamo leggere che
“la valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o delle miscele chimiche impiegate, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, […] quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, […], nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi […] eccetera”.
In questo eccetera risiede un concetto estremamente estensivo, perché la valutazione inerente tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori presuppone una serie di adempimenti e responsabilità a carico del datore di lavoro che prevarica gli obblighi strettamente connessi ai rischi «base» individuati all’interno del Testo Unico sulla Sicurezza.
Quindi cosa vuol dire parlare di valutazione dei rischi?
La difficoltà principale nell’affrontare tematiche così complesse è principalmente insita nelle diverse fonti normative e tecniche di riferimento.
Bisogna considerare in primis quali possono essere i fattori endogeni ed esogeni capaci di avere impatti rilevanti su una tipica realtà aziendale, anche in funzione della relativa analisi del rischio.
- Esplosione, incendio
- Terremoti, dissesto idrogeologico, tempeste, allagamenti, forti nevicate, caldo intenso
- Intrusione, danneggiamenti
- Dissesto strutturale
- Epidemie, pandemie
- Guasti a impianti idrici, elettrici, termici, di scarico
- Problemi nelle catene di approvvigionamento
- Perdite di immagine/fiducia verso terzi
Fattori diversi presuppongono valutazioni diverse, con metodologie diversificate e complesse.
Ma si può incorrere in alcuni errori, come non prendere in considerazione scenari significativi o eseguire una valutazione per “compartimenti stagni”. Alcune valutazioni devono forzatamente essere svolte in maniera integrata, in quanto direttamente connesse, anche in relazione ai possibili interventi di miglioramento.
In definitiva, è da evitare la situazione di avere tante singole valutazioni, che «non si parlano tra di loro», e che non permettono una valutazione d’insieme da parte dell’azienda, anche al fine di individuare tempi e risorse congrue per gli interventi di gestione e miglioramento.
Quali sono i vantaggi della valutazione integrata?
Una valutazione integrata può portare diversi vantaggi ad una organizzazione, più o meno strutturata, in ambiti diversi, tra i quali:
- Garanzia di una compliance completa
- Capacità di un approccio pro attivo, con un sistema strutturato di prevenzione dei rischi
- Strutturazione di un sistema di gestione multidisciplinare, con una aumentata capacità di business e stabilità anche di tipo economico/produttivo
- Estensione del sistema integrato verso clienti/fornitori, in ottica di promozione dell’immagine dell’azienda
- Miglioramento generale del clima aziendale, tramite una partecipazione condivisa
- Potenziamento degli aspetti di flessibilità e resilienza
Attraverso una strutturazione mista di carattere documentale e sopralluoghi in campo, tramite indicatori e scenari di rischio e utilizzando criteri armonizzati, la metodologia sviluppata da Tharsos è capace, attraverso un percorso logico e strutturato, di indagare i diversi scenari di rischio, andando ad individuare i punti di forza ed i punti di debolezza.
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