Le funzioni HSE devono avere obiettivi sempre molto concreti nelle loro azioni di miglioramento o potenziamento del sistema di prevenzione e protezione: ottimizzare gli indici di segnalazione, migliorare l’utilizzo dei DPI, rafforzare la percezione dei rischi e la conoscenza delle procedure. In questo la comunicazione può essere uno strumento di sostegno molto potente, per promuovere comportamenti virtuosi e sviluppare una maggiore consapevolezza e cultura.
Come fare a smuovere gli animi anche dei più irriducibili? Anche quella della comunicazione è una scienza i cui elementi, se sapientemente combinati e armonizzati, possono realizzare grandi cambiamenti. Non è un’azione che si compie con uno schiocco di dita, ma sul medio-lungo periodo può dare grandi soddisfazioni.
Come si articola e si sviluppa una campagna di comunicazione HSE
È stato questo il tema del corso che si è tenuto stamattina nell’ambito degli appuntamenti dedicati agli RSPP e che ha affrontato i principi per uno sviluppo coerente di una strategia di comunicazione in ambito HSE:
- Perché comunicare
- Marketing sociale
- Principi di comunicazione
- Comunicazione efficace
- Comunicare la sicurezza
- Brand Identity
- Come si costruisce una campagna di comunicazione
Nel nostro lavoro abbiniamo sempre informazione, formazione e addestramento come un trinomio a cui dobbiamo rispondere come esigenza da soddisfare secondo i dettami del Decreto legge 81 del 2008. E la comunicazione altro non è che il cappello che veicola e unisce, il collante in grado di portare a pieno sviluppo e generare un circolo virtuoso.
Lo sappiamo bene noi di Tharsos che abbiamo ideato Apprendi21, il percorso che abbraccia qualsiasi evento comunicativo o di apprendimento e che parte dall’analisi del fabbisogno, fino alla raccolta dei feedback, per poi ricominciare dall’inizio.
Formazione e comunicazione non sono alternativa una dell’altra ma materie da sviluppare insieme.
Le fasi della creatività
Il primo passo consiste nel creare il mondo di riferimento, un mondo fatto di valori, parole, prodotti, ma anche persone e storie, generando un senso di appartenenza. Da qui proseguiamo e scegliamo cosa vogliamo dire, a chi e, soprattutto, cosa vogliamo ottenere nel farlo. È la prima scintilla che però deciderà il resto della strategia e intorno al quale ruoteranno il resto delle nostre azioni.
Dal concept strategico al concept creativo il passo è breve. Il secondo è la traduzione grafica del primo e identifica l’impatto visivo in cui si tradurrà il nostro percorso. Sì perché di percorso si tratta: una campagna di comunicazione si nomina al singolare, ma si compone al plurale, di iniziative e attività strutturate prolungate nel tempo. Perché il messaggio va capito e va metabolizzato, non è un interruttore che si accende in un giorno. Sono questi i livelli della nostra comunicazione che passeranno dalle fasi iniziali, più istituzionali e unidirezionali, per poi muoversi in più direzioni, per diffondersi a livello globale e diventare quindi partecipativi e coinvolgenti.
Infine non dimentichiamoci che perché gli obiettivi si possano considerare raggiunti, dobbiamo misurare i nostri risultati e anche le azioni di comunicazione hanno i loro indici di efficacia, per aiutarci a rimanere concreti e poterci consentire di dire che abbiamo avuto successo!